Questo pezzo lo scrissi un po’ di tempo fa, era un brutto momento, ma rileggendolo mi tirai su parecchio! Spero possa piacere a chi abbia voglia di leggere una storia stramba ma commuovente! (sì, dato che l’ho scritto io per me, forse è un tantino “egocentrico”, ma, in fondo, chi non consola se stesso in qualche modo quando accade qualcosa di spiacevole? È sempre un modo per scrollarsi di dosso la polvere! *dustitoff*
L’acqua è il mio elemento. Fiumi, mari, oceani… anche i laghi seppur fermi: Tutto ciò che ha a che fare con l’acqua mi appassiona e mi attrae irrimediabilmente. Sarà perché l’acqua è sempre in movimento, come il mio impetuoso spirito, come il divenire che tanto rifiutavo, non capendo che le cose certo, cambiano, ma esse possono ben cambiare in meglio o tornare alle condizioni di partenza invece di peggiorare. Il cambiamento non sempre porta male. A volte osservo l’acqua, in cui mi chiama il senso del tuffo, del gettarsi in quella massa scura e fluente, umida e fredda: cerco un sollievo, o solo il così tanto da tutti temuto porto quiete? Strano come si possa morire nell’elemento che dà la vita; e fermarsi mentre stai per buttarti, lì sulla metallica e fredda balaustra, osservare il nero di sotto, l’altezza, e dire: <<io da lì arrivo, quell’elemento che mi ha generato… come posso ora buttarmi in esso per morire?>> Scendo dalla balaustra, mi metto spalle al vuoto; di fronte a me il traffico sul ponte scorre, anch’esso, impetuoso e forte. Penso alla mia vita, a ciò che ho dedicato a chi, ai valori che ho scelto, i libri che ho letto, canzoni… davvero sto per andarmene? Davvero presto l’acqua fredda del fiume, là sotto mi strangolerà i polmoni? Un sospiro… cosa cercavo? La mia felicità consiste non solo nell’avere ciò di cui abbiamo bisogno, non è solo curare se stessi o essere virtuosi, certo, tutto questo è necessario, ma, io credo fortemente che per essere davvero felici occorra anche una persona cui stare accanto e da cui trarre e a cui dare il coraggio necessario ad affrontare nella sua più imponente pienezza la vita. Non è un fatto banale, semplice, non si sceglie, e occorre una persona il più possibile compatibile con i nostri valori per non avere sacrifici o inadeguatezze. Ma cosa sto pensando ora? Perché mi viene in mente? Già è per lei se sono qui… come sono finite presto le cose tanto erano belle, ho salvato più che ho potuto, ma pare insufficiente tutto il mio adoperarmi e… mi volto all’improvviso a guardare l’acqua, ed ecco che la vedo, per caso, come un’ombra che ti inquieta quando ti giri di scatto nel buio; ma non mi inquieta lei, no… lei è la luna! È lì nell’acqua, riflessa, vera ma falsa… alzo allora lo sguardo al cielo e la vedo in tutta la sua pienezza, come lei quando eravamo insieme, ma adesso non è più la stessa cosa, il suo viso non splende più come prima. La luna sembra tradirmi: non è più del bianco puro a cui ero abituato, un’oscura ombra giallina ne mortifica la bellezza. Guardo il fiume: gorgoglia, ride della mia preoccupazione, pare dire: <<sfortuna? Ma lo scorrere porterà di meglio, avanti buttati se vuoi, ma sai a cosa vai incontro: sarà come buttarsi in uno specchio, oltrepassalo e morirai come uno sconfitto da una mera immagine>> Una mera immagine… immagine. Eppure era così vero… cosa posso fare? Mi chiedo cosa fare, ad alta voce, come un pazzo. Non ho una alternativa facile, o la morte, la disperazione, oppure… un’altra scelta, un’altra opportunità: la vita. Ed ecco che dall’altro lato del ponte vedo arrivare un gatto. È grosso, stranamente grosso e giallo, di un bizzarro giallo acceso. Si avvicina, guarda me, proprio me. Sono sorpreso, mi siedo a terra, lì, dove probabilmente hanno pisciato centinai di cani e penso <<non è possibile… cosa..>> il gatto arriva, si ferma e si siede accanto a me. Parla. <<Non buttarti,>> dice. <<Ricordi cosa leggesti una volta? Non vale la pena starsene seduti a vedere la propria vita sfuggire via, non era proprio così, ma… sì capisci no?>> <<Tu puoi scegliere la vita, tu puoi scegliere di non soffrire, e l’hai già fatto! Hai scelto un’altra strada, hai ammesso che lo scorrere può portare a qualcosa di meglio! Perché vuoi gettarti via così! Io so che scrivi, so che suoni! So che molte persone hanno preso forza proprio dalle tue parole, e ora, tu, tu che non ammetti l’irrazionale -il male- vuoi porre fine alla tua vita in modo così patetico?>> << Ti conosco come un uomo eroico, passionale, uno che vuole vincere, vuole vivere, ma non lo dice, tu ti pieghi sempre dentro te, pensi di aver sbagliato qualcosa, torni indietro ti deprimi, muori e rinasci, rinasci e muori… ma! Se fai questo, se scegli di rialzarti sempre, di combattere… come puoi stancarti di vivere!! Perché vuoi fare questa follia e chiudere la tua vita nell’elemento che tanto ami? Vedi! Fai tu stesso irrazione con questo!>> <<Ma veniamo a noi! Perché io sono qui vuoi saperlo, no?>> <<…>> <<Sì io sono qui per impedirti di buttarti. Sono un grosso gatto giallo che ti dice fermati! Ti ho parlato già di alcuni motivi per i quali buttarti non sarebbe da te, non ne ho molti altri… la tua natura è quello che è, e se i tuoi baffi possono continuare a sorridere per te, allora non hai scuse nemmeno per essere triste, lo hai detto tu e non puoi contraddirti, lo sai caro il mio aristotelico… Davvero è un enorme peccato vederti così triste, è uno spreco che una personalità solitamente luminosa come la tua sia offuscata a causa di una scaramuccia con una ragazzina; non riconosci la autorità di nessuno sulla tua anima dicevi? Hai prestato il giuramento di Galt (“Giuro solennemente sulla mia vita, e sul mio amore per essa, che non vivrò mai per il bisogno di un altro uomo né chiederò ad un altro uomo di vivere per il mio”, vale la pena ripeterlo!) e ora ti struggi così tanto per il dubbio di altri?>> <<Maledetto tu e la tua stirpe direi! E sì! Si! Sono cose che capitano queste, sì! Prima o poi troverai anche tu la ragazza giusta per te, sì! Non c’è alcun fottuto dubbio che la troverai, sei solo tu uno stupido coglione che ti fai problemi e congetture per dei casi sfortunati casuali! Sì! Casuali, non altro! Non tutti sono rigorosi e attaccati all’integrità come te e devi accettare anche che l’amore non è uguale per tutti, hai teorizzato tu stesso la caratterizzazione e la sua dipendenza da come si risponde alla domanda ‘come posso vivere meglio?’ E tu sempre hai detto che tutti risponderanno in modo diverso e, di conseguenza, saranno qualcosa di diverso. Tue parole ‘ho scelto il bene, di non soffrire’ e adesso vorresti buttarti in un fiume, ma non farmi ridere, stronzetto che non sei altro! Se è vero, e lo è che A è A, e che la caratterizzazione esiste -ed esiste- allora non preoccuparti, ricomincia da capo! ‘Essere ed applicare un valore’ che altro? È forse altro la vita di un uomo?>> <<No. Non rispondere adesso, fermati qui, accarezza il mio pelo, bravo, così… fatti coraggio. Tu non ti butterai! Il mio compito è di preservarti dal male, dall’atrocità di togliersi la vita! Te lo ripeterò: tu hai fatto bene, benissimo, hai tentato di formare il meglio, sei stato trasparente, integro, buono e hai cacciato la felicità, scacciato il male. Non, e dico non, fare cazzate!>> <<Studia ancora filosofia e stai nel tuo pensiero, coltivalo, fallo crescere e il mondo potrà essere grato e farsi più bello grazie ad A.C.W. Ryan, tu con ogni persona tenti di migliorarti, di spostarti verso la perfezione suprema e di trascinare con te gli altri. Tanto nobile è la tua ricerca che non puoi sprecarti così, hai ancora tanto da scrivere, ancora tanto da Pubblicare, e io ti aspetterò e tu mi aspetterai…>> Mi alzo, mi pare che alle ultime parole il gatto avesse una voce bellissima, di donna, così dolce e… ma! Il gatto non c’è più! Sono di nuovo solo, spalle al fiume. Guardo giù e rido <<Non fa per me questa fine! Andiamo a guadagnarci la felicità! Anche oggi non posso proprio morire, tante grandi imprese, tanti posti nuovi mi attendono… ed è solo il primo mattino, rosa mi invita a tornare a casa.>> Mi incammino sereno, col sorriso sul volto di chi ha trovato la più alta delle gioie. Incrocio una ragazza, le cade la borsetta. Istintivamente, mi abbasso, la raccolgo per lei, mi alzo per porgergliela e, nei suoi occhi vedo la luce, la vita… ha un cappotto giallo e mi dice <<grazie…>> sorridendo col cuore.
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