A me piaceva passeggiare per le riviere, nei giardini e ovunque si potesse osservare scorrere l’acqua di un fiume… Un ponte… Amavo vedere le anatre acquattate sulle sponde a volte spiccare un bianco volo, nascosto dalla superficie splendente delle loro piume nere. Era proprio questo che facevo: passeggiavo, immaginavo, dialogavo con me, con le cose, con le parole… E spesso andavo in un posto particolare, un posto che aveva sempre il suo effetto: la riviera delle rimembranze… La sponda sinistra di un amabile corso d’acqua che avvolgeva la città: c’era un ponte di metallo a quelll’altezza del corso d’acqua, e i pesci si divertivano a correre contro corrente sotto la sua ombra. Anche nel ponte di pietra più avanti potevo osservare questo spettacolo, con alle spalle, lontana, la svettante figura della torre per l’osservazione degli astri. Astri… Che parola misteriosa, con quel gioco tanto naïve e amabile tra la S e la T, come quello che la contessa di Guermantes poneva con estrema grazie in quel suo modo di dire “affascinante” con come una ripetizione della SC… Me la immagino nella sua estrema bellezza: semplice e insieme meravigliosa, come solo Proust avrebbe potuto descriverla. Era proprio questo quello che facevo: giocavo con le parole, giocavo con il testo del mio pensiero carezzando a volte le carte a gioco scoperto, altre volte mostrandone una, e celandone altre nella manica, per scherzo, dato che io sapevo già tutto, già tutto quello a cui poteva riferirsi quell’espressione, quell’esitare, quel dire del panorama quando era ad altro che erano rivolte le parole. Un linguaggio magico: regolato alla sua origine, ma plastico nelle sue possibilità, nella sua capacità di avvolgere come l’acqua quello che a tratti appariva avvolgente. Quella riviera era per me un posto di nostalgia, ma insieme un posto di grande apertura… E ce n’erano tante di opportunità… così tante che era appena oggi l’alba nuova di un mondo in movimento! Anche la luna ruotava insieme a me. Quando coniavo insieme a qualcuno un termine di complicità era bellissimo potersi riferire senza bisogno di parole, potersi stringere in uno spazio di familiarità. Bastava parlare, bastava tendere la mano, e quella ragazza straniera con cui non avevo mai avuto il piacere di parlare, poco dopo era in grado di fare insieme a me giochi con le parole, e non solo, insieme anche agli altri compagni. Stretti insieme da un tema comune, dallo studio di una materia che permette di librarsi come un’anatra dalla sponda all’altra di un fiume, ma non solo, anche di nuotarci attraverso, o di passare sott’acqua! Tante strade apre la filosofia per il pensiero. Altre discipline aprono altre strade, ma immagino che questa insieme alle lettere e alla poesia, sia proprio una di quelle che permette di aggirarsi sognanti e accorti insieme per le zone amene della città, sospirando, in un modo speciale al passante ignoto: “La vita è meravigliosa, nevvero?”
Direi proprio di sì e le tue parole lo dimostrano! 🙂
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Grazie per l’apprezzamento 🙂 è davvero bello sapere che l’ispirazione che ho provato ha raggiunto altre persone!
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La vita è più che meravigliosa!
E’ vita, anche nei contro.
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