La sottile epigrafe del disperso 

Sono preso, davvero troppo in questo ultimo tempo (e infatti mi spiace di produrre poco, e di non visitare il vostro canto così tanto necessario…): esami, sconquassi vari… Avrei necessità di un po’ di tempo, un po’ di tempo per essere:

Tempo, tempo ed essere. Siamo passati tutti in una fase chiamata Storia. La Storia… Non è la storia, infatti, nella Storia ogni cosa è non complessa, ovvero: semplice. Così, non c’è bisogno di nessun appiglio nella Storia, ogni cosa avviene come un frenare liberamente: non c’è costrizione, ma persuasione, la Storia è convinta di ciò che è proprio alla sua natura e non ne esce pur essendo libera di esprimersi come vuole. Questa Storia è retta dall’indipendenza e dall’amicizia, e null’altro serve. C’è la necessità, ma essa si compone solo in responsabilità e giudizio, qui il bisogno non è un diritto. Vige solo l’accordo, nel reciproco vantaggio ogni evento accade e si inabissa: sorge poi cala. Non servono congiunzioni speciali: basta la totalità come sfondo ed ogni fenomeno può sussistere nelle sue possibilità. Nella Storia scompare ogni difficoltà, e vige manifesta, splendente in tutta la sua luce la segreta armonia che unisce insieme gli opposti della natura, la misura segreta dell’anima e del discorso si manifestano in un circolo completo che abbraccia ogni cosa, così che il comune non sia altro che l’orizzonte più proprio visibile in ogni evento. Ma questo comune non è un gravo, ancora, è un frenare libero. La Storia non è condivisone di beni o mali, è condivisione solo del commercio in quanto commercio: l’aprirsi delle due parti libere di fronte ad un punto che viene via via costruendosi come il loro accordo. E non esiste che uno dica che se si vogliono condividere i beni, si devono anche condividere i dolori: l’aiuto è un dono, e si concretizza al di fuori di ogni costrizione, altrimenti si cade solo in una rete di ladronecci, ruberie e intrighi. Come può essere che chi voglia portare avanti la sua proposta, perché ritiene che sia buona e valida, debba sempre far ricorso al l’inganno e alla voce, invece che al canto libero dell’abisso più profondo dell’evento?

Ma oggi noi siamo nella storia, e non nella Storia. Di questo dobbiamo esserne consapevoli. Qui vige la difficoltà e la miseria, allora ecco emergere le realtà composite e sparpagliate, poi costrette in grandi canali affinché nessuno si lasci prendere dall’errore e calpesti qualche avvenire, così però tutti sono in qualche modo frenati, e non liberamente. Si è liberi solo di delocalizzare la propria pesantezza, ma il leggero, l’ala dell’anima non si sposta mai da dov’è nata, ed è in grado di vedere la Storia, e un’altra eventualità di fronte a sè. Eppure corrotta e presa da quello che costantemente vede di fronte a sè si perde e crede che il dolore e la necessità che la affligge sia la normalità, e crede che sia obbligata a fare del bene, e crede che sia obbligata a ricercare certi elementi, quando invece è nella sua natura essere evento e rapportarsi in maniera semplice e libera con la totalità.

Il soggetto

Il soggetto precipita nella storia, e si disperde in essa diluendo quello che non si può conoscere, ma che solo appare in quanto tonalità, che si accorda o meno con gli altri “eventi”. Si diluisce e perde se stesso, è tutto spaventato e si ritira nella concessione, oppure, tragicamente esce del tutto dalla soluzione, e si deposita, solo, sul fondo, con altri grani paralizzati tutti dalla stessa malattia. Due condizioni specchiate, una che fatica a comprendere l’altra, e nella loro  rispettiva gradualità rischiano di scomparire come evento e di trasformarsi in cippo funerario, a occupare uno spazio che non gli pertiene.

E che fare allora? Come esseri nel mondo? Come esseri caratterizzati dalla schiusura? Dalla comprensione dell’essere? L’autore dice che la domanda circa l’essere non è stata ancora espressa con la giusta cura e la giusta profondità. Ma noi sappiamo infatti cosa significa essere, o siamo di fronte a tante storie per bambini? 

… I combattenti di Maratona furono seppelliti sul luogo stesso in cui erano periti… 

… Gli ateniesi avevano ritenuto il loro valore eccezionale…

14 comments

  1. erospea · giugno 24, 2016

    è il tempo dell’ozio, a mio avviso, che ci stiamo togliendo. Come fare a invertire la rotta? spingere perché gli interstizi del nostro pensiero emergano come espansione della nostra essenzialità più vera. Difficile, certo. Personalmente ho puntato molti giorni sulla notte per avere tempo per scrivere, o per non sentire come conclusa la giornata nel dovere staccato, però, dall’essere. Ce la si può anche fare, ma non è facile, poi. gestirne la durata. Essere forti non basta. Beh.. comunque non mollare, e ricercarsi ogni giorno. Affidarsi molto alle potenzialità volatili del pensiero, in un senso leonardiano, dico
    e qui mi fermo e mi soffermo, incoraggiandoti, comunque.
    Poi c’è un punto su cui devi molto insistere, e già lo fai, …: il fatto che ami le discipline che stai studiando e il percorso che stai seguendo. Quindi coraggio!
    buona serata e buon viaggio di vita, Andrea
    vai!

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    • erospea · giugno 24, 2016

      *scusa gli errori… ecco: la fretta! 😛

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    • ACWRyan · giugno 24, 2016

      È proprio vero! Il tempo dell’ozio… Grazie per i tuoi consigli! Cercherò di aprire ulteriormente il mio orizzonte e di impiegare bene, meglio, la notte… Il tempo giusto per sognare, sia con gli occhi, che con quelli dell’anima…
      Ti ringrazio anche del coraggio che mi infondi, la filosofia apre un orizzonte di pensiero immensamente ampio, certo poi la poesia deve in qualche maniera avere il suo tono, ma la loro radice è la stessa, e i pensatori più antichi illuminano dolcemente le nostre strade con i loro lampi di pensiero….
      Buon viaggio anche a te Dora, a presto 🙂

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      • erospea · giugno 24, 2016

        ah! no, la notte se hai un buon sonno, mai perdere quello, perché nutrirsi di riposo e d’onirico porta buon consiglio al quotidiano 🙂
        quindi… buona notte e bei sogni per te!

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        • ACWRyan · giugno 24, 2016

          Hai ragione! In effetti in questi giorni ho proprio bisogno di un bel riposo, e ora che sono a casa per qualche giorno userò bene il mio letto hehehe
          Buona notte a te! Abbi dei sogni splendenti 😊

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  2. Franz · giugno 24, 2016

    Lo smarrimento è “l’estasi” della crescita, mio caro amico disperso

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  3. wwayne · luglio 8, 2016

    Visto che condividiamo la passione per la classicità, ti consiglio caldamente questo splendido libro: https://wwayne.wordpress.com/2014/09/08/roma-zona-di-guerra/. L’hai già letto?

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    • ACWRyan · luglio 8, 2016

      Wow! Ho letto la tua recensione! Davvero intrigante, lo leggerò di certo, non lo conoscevo, ma si profila una storia davvero da vivere! Ricorda per alcuni versi il periodo della guerra del Peloponneso ad Atene… Quanto è grande la classicità!

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      • wwayne · luglio 8, 2016

        Esatto. E te lo dice uno che s’è laureato proprio in Storia Greca. 🙂 Grazie per la risposta! 🙂

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        • ACWRyan · luglio 8, 2016

          Grazie mille a te! Io sto studiando filosofia, e quest’anno mi sono immerso in corsi ricchi di grecità… E allora è giusto attraversare con Enea il mare e guardare a Roma 😊

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