Il viandante sul mare di nebbia

Ci sono sempre due direzioni… Quale starà guardando il viandante? Cosa è il Mare di nebbia? Le sue spalle annerite nascondono il suo viso, ma io lo vedo, anzi, lo sento… Un sorriso calmo, il sorriso di chi non ha ancora terminato il suo andare, ma è sereno, fiducioso che troverà la sua meta… Intanto restano, le due direzioni: da un lato le spalle, ciò che abbiamo lasciato, qualcosa che magari ci rigiriamo a vedere, dall’alto, con una sorta di nostalgia già superata, il lasciato: quello che abbiamo deciso di oltrepassare, poiché non era con noi intonato… Sembra un dipinto annebbiato, e ha alcuni tratti più particolari, quelli che ci ricorderemmo persino con il tatto della mano: il ricciolo ligneo e caldo di un mobile, in una soffitta lontana, che profuma di tempo. Altri sono più nebbiosi, e, forse, non li vedremo mai più, abbiamo deciso così. C’è forse il rammarico di pensare a chi resta nel vecchio dipinto, ma… Il viandante è costantemente alla ricerca, non si abbandona a nulla: esplode, nella vita delle persone, ma può scomparire presto, o forse tardi, a volte mai, lasciando una traccia, una pila di sassi che indica il prossimo punto. Forse invita a seguirlo il viandante, comunque mai resta, sino alla fine. Là avrà il suo punto d’arrivo… Forse. Dall’altro lato c’è il nuovo, ciò che attrae il viandante è la sua strada, il profumo di una felicità in atto, che si realizza a chiazze di radura nella sua esistenza, c’è il bosco, scuro, diradante, e la radura luminosa, ma il percorso non è triste, è intriso invece di speranza, di speranza e di ardore… <Grecia> qui le nuvole splendono di un sole nuovo, quello del giorno che di volta in volta passa: si apre l’orizzonte del diverso e tematizza il sè del viandante, che nell’acqua si specchia, ma nelle imperscrutabili trame del suo viaggio solo a fatica trova ciò che cerca. Sa cosa cerca, eppure fatica a trovarlo: le strade sono molto più oblique nel mondo dei vivi, che non in quello dei morti. Ed è bene proteggersi da ogni ombra di morte, scalzandola con l’ombra della vita: il riflesso di ogni equilibrio, la faccia della moneta ch’è doppia, pure unica… Mai si sbaglia nel suo girare, e solo al termine del suo tuffo allora dice la sentenza: testa o croce. 
L’orizzonte del nuovo attrae e si spalanca, insime ancora ha tra i capelli i frammenti del passato, e il forte vento non scuote abbastanza la folta chioma per eliminarli, così si forma il ricordo e la spumosità del passato, che saggia tra lieve e greve ricordo, al fine di accendere una luce positiva alla domanda “cosa vogliamo essere?”
Ma forse, in un mondo che è così, forse qui, la domanda corretta è “cosa possiamo essere?” Triste chiasmo della realtà che volendo liberare imprigiona… Ma senza schiacciarsi sul mondo quotidiano, anche il più misero degli schiavi può essere un grandissimo uomo. E se lo è uno che ha raggiunto la vetta del suo viandare, questo è lo spettacolo che ci aspettiamo di vedere! Allora gettiamo da parte le cose costruite e ritorniamo ad un orizzonte naturale, naturalizzato, cosmico: ognuno nella sua irripetibilità ha un mondo da sostenere, e le regole trovate per dar un giusto limite al mare ch’è l’uomo, hanno finito per cancellare la sua stessa capacità. Ora noi siamo obbligati, ma prima eravamo liberi.
Crediamo nell’obbligo, dovremmo credere di poter vivere senza…
Un’isola si allontana da sola, e io ho fede che galleggerà ancora per molto tempo, e non c’è bisogno di esser oziosi: se il commercio esiste, è per il bene di entrambe le parti.
Chissà da che parte guarda il viandante, sta contemplando il suo passato, o osserva la strada che ancora si profila nel futuro? Forse ha in mente altrimenti il presente, tempo della meditazione, che si muove come spola tra i due… 
Cerca nella nebbia, e intanto, la sua tranquillità arde ancora: 
Έρως 
Θάνατος
Βίος 
Brilla ancora, brilla per il tuo valore, viandante. Avrai tanto da lasciare, e questi frammenti di vetro levigati dal mare non saranno dispersi, non immergerti nel loro mare, osservali, ma dalla giusta distanza, la tua meta è per altri “loro”. non dubitare.

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