
Discorso di laurea
Dopo tanto tempo senza nuovi articoli ritorno con questo frutto sul mio blog. Il 12/07/2017 mi sono laureato in filosofia (triennale) a Padova. L’anno prossimo intendo iscrivermi all’Università Cà Foscari di Venezia alla facoltà di Antropologia culturale. Questo è il discorso che ho preparato per la mia discussione. Spero possa darvi interessanti spunti e invogliarvi a leggere i romanzi di Ayn Rand, che per me hanno significato davvero tanto. Il titolo della tesi è: “L’Oggettivismo di Ayn Rand: un’interpretazione egoistica dell’etica delle virtù”.
Nel frattempo ho fatto altra strada, e presto, spero, ricomincerò a condividere con voi le mie storie 🙂
Ayn Rand è una filosofa naturalizzata americana di origine russa. Nasce nel 1905, lo stesso anno della domenica di sangue: il contesto è quello della Russia rivoluzionaria. Ben presto lasciò il suo paese e negli anni 20 approdò negli Stati Uniti in cui ebbe molto successo soprattutto grazie ai suoi romanzi, tradotti in tutto il mondo.
Il mio lavoro si fissa sull’etica randiana, la quale si può sintetizzare in due fuochi: la realtà e la ragione come assoluti. Infatti centrale è il ruolo della ragione, in quanto unico strumento di sopravvivenza per l’uomo, il quale grazie ad esso conosce nelle realtà quali siano quei principi d’azione e quei valori che promuovono la sua esistenza. L’etica randiana trova dunque la sua giustificazione nella sua funzione biologica. Lo scopo morale che attribuisce all’uomo, è quello della sua vita felice, la felicità è descritta da Ayn Rand come quello stato di coscienza che comincia dalla realizzazione dei propri valori. I tre valori che l’etica oggettivista pone come essenziali per la promozione dell’esistenza umana sono la ragione, la risolutezza e l’autostima. Abbiamo già visto come la ragione sia fondamentale poiché riconosce nella realtà quali siano i valori che promuovono la vita felice umana. È poi necessario che l’uomo agisca concretamente per conservare e/o ottenere tali valori: agisca cioè virtuosamente. A questo proposito è fondamentale la virtù della produttività la quale consiste nell’applicazione della razionalità in ogni processo finalizzato alla realizzazione dei nostri valori. Questa virtù promuove il valore della risolutezza, cioè la capacità di agire con un senso di finalità, consci che ogni proprio atto che segue il dettato della ragione è buono, cioè utile a spingerci verso la vita felice. A questo proposito il valore che naturalmente scaturisce da questo corso d’azione è l’autostima: cioè l’autovalutazione positiva di sè che il soggetto ottiene nel momento in cui realizza i propri valori. È il riconoscimento della propria competenza in quanto agenti morali, della propria capacità di raggiungere la felicità, il che ci rende meritevoli di vivere.
L’uomo che fa da ideale morale per Ayn Rand è l’egoista razionale, cioè l’uomo che ha l’ambizione di essere il suo più alto valore. Questa ambizione si sintetizza nella ricerca della perfezione morale, che l’autrice individua in una razionalità ininterrotta. Dunque l’egoista razionale di Ayn Rand è un uomo la cui caratteristica peculiare è quella di agire secondo i principi formulati dalla sua ragione. Non è, come potrebbe suggerire il concetto tradizionale di egoismo, un uomo che segue ogni suo impulso ed è disposto a tutto pur di realizzarlo. Questa distinzione può richiamare quella che Aristotele fa nel libro IX dell’etica nicomachea, tra l’egoista al grado supremo che segue in tutto il dettato della propria ragione, e l’egoista come inteso dalla massa che segue il dettato delle passioni. La convergenza non è però esplicitata dall’autrice, che anzi, tende a distanziarsi dall’etica aristotelica a causa della sua forte attenzione per la dimensione politica. L’egoista razionale di Ayn Rand è infatti un individualista, che può realizzarsi in quanto uomo anche su un’isola deserta, purché consegua quei valori che promuovono la sua esistenza. Questo lo possiamo vedere nei romanzi dell’autrice dove emerge tutta la sua fiducia nelle capacità dell’uomo, nella sua ragione e nel suo diritto alla felicità. Gli eroi randiano sono infatti individui che si pongono di fronte all’esistenza con un’attitudine orgogliosa, che realizzano i loro valori e al termine di diversi romanzi Ayn Rand fa pronunciare loro discorsi in cui si può comprendere in modo chiaro ed efficace cosa intenda dire l’autrice quando indica nell’indivuduo la più piccola minoranza sulla terra, cui va resa giustizia.