Perché gli scarabei galleggiano sull’acqua del fiume e proprio in questo tratto ce ne sono tanti?
“i santi stanno tornando! Sarà di nuovo pace tra gli uomini, tutti saranno salvati e convertiti al vero dio che con la sua grazia dona il Paradiso agli uomini!”
“Cosa vai dicendo? Folle! Demoni! Demoni sono quelli. Ripetitori maledetti che incarnano uno spettro antico che ormai ha fatto il suo corso, gli indigeni sono stati strappati dalla libertà dal suo urlo salvifico, lui, insieme ad altri demoni di altra razza hanno perturbato la terra scavando nell’animo dell’uomo e togliendogli la sua fantasia, la sua intraprendenza e vi hanno sostituito la fede e la fame speculare”
“‘Deve essere così’ è una frase pericolosa, che un altro demone ha incastrato tra gli anfratti delle frasi e dei discorsi degli uomini! La scienza non ha solo preteso di descrivere il mondo in modo accurato, così che tutti potessero fare di meglio, ma ha voluto insinuarsi nelle pieghe della parola spezzando i legami che questa aveva con la spontaneità e la naturalezza dell’interpretazione. Il vero ha rubato il posto che doveva condividere con il falso. Usurpatore di un trono, legittimo possessore dell’altro ha instaurato un regno di terrore dove l’efficacia è stata spazzata via. La realtà è stata totalizzata dai santi e dai lumi e non c’è più spazio per l’indigeno, per il mago e per gli uomini”
“Gridano da ogni dove che l’individuo ha conquistato il mondo e che perverte la mente degli uomini separandoli tra loro e spacciando ideali, impastando trame opportuniste e cancellando ogni traccia di solidarietà e di bene. È il mondo moderno dicono i santi, e la scienza passa sotto a questo attacco, ‘per la scienza!’ Ma non si rendono conto che quello che dicono non è altro che menzogna e ripicca, criticano il non individuo, l’essere che non è mai, perché non sa cosa vuol dire “essere” fuori da quello che le teorie in superficie oggi — ma che potrebbero cadere sul fondo dell’oceano domani — dicono. Atlantide è pur caduta sul fondo del mare”
“Non esiste l’individuo e non esiste la società. C’è solo un cumulo di macerie di un gruppo di selvaggi reali che ha trasformato il mondo dei selvaggi naturali e dabbene in uno specchio. Che ha voluto mangiare tutto e non lasciarsi sfuggire nemmeno un boccone di grandezza. Perché i grandi vengono trasfigurati in santi o uomini con ideali comunitari, ma nel loro senso — il significato che loro danno a queste parole — sporco di sangue.”
“Se i santi vogliono tornare su questa terra dovremo scacciarli con ogni forza, gettargli addosso i testi di tutte le religioni che pretendono di superare e fare lo stesso con ogni altro credo che si pretende universale. Quell’universlale che è solo pretesa, non assenza e slaccio.”
“Lo slaccio libera perché lascia fiorire. La libertà dal volere è essere in grado di volere quello che vogliamo davvero. Se ci chiedessimo perché nel momento in cui vogliamo essere più liberi, affermiamo la più alta libertà, proprio in quel momento ci sentiamo più imprigionati, dovremo rispondere ‘cosa dici, fratello? Non capisco le tue parole: mi appaiono gravate dal vizio della mancanza di mancanza’ la libertà può bene essere un vuoto da riempire con la nostra interpretazione. Non assenza di vincoli, perché questo presuppone dei vincoli e richiede l’azione violenta dello slaccio. Invece lo slaccio che diciamo noi difensori dall’attacco dei santi è uno slaccio che va visto come quel movimento che il fiore fa quando esce dal seme e poi dalla terra. Ha davanti uno spazio e interpretando cosa deve fare procede. Non sa cosa deve fare, perché non ne può avere coscienza, direbbe la scienza, perché vuole, direi io.”
“Ma ai santi e all’uomo giustamente fa paura questa libertà perché sembra una di quelle che non imprigiona e non impedisce in alcun modo. Si sentono minacciati, in pericolo, perché non conoscono la bellezza di aver raggiunto il proprio obbiettivo e il proprio io attraverso un movimento spontaneo e autonomo fin dove è possibile. Loro pensano che l’uomo debba essere limitato nel suo volere di schiacciare gli altri, e giustamente temono di essere distrutti all’interno della loro speculare fagia. Ma l’uomo, l’eroe, non ha bisogno di alcun laccio, e lo sfruttare altri è incatenarsi a loro. È non raggiungere i propri scopi con i proprio strumenti e le proprie alleanze, ed è dunque lo spregevole: il marchio che l’eroe può attribuire alla feccia guardandola anche dalla sua “bassezza” con la bocca davvero più che orgogliosa ‘come se sentisse l’orgoglio di essere orgogliosa’. Allora in questo tempo l’eroe è la vittima che si immola per la sua grandezza e irride chi lo compatisce e si sente al sicuro da chi lo deruba: hanno la loro depravazione e sporco come ricompensa. Questo sciopero dal male è quello che serve oggi e che farebbe una vera comunità, l’ambiente perfetto per realizzare al meglio le proprie eccellenze in ogni campo, con la fiducia e la solidarietà reciproca di chi vuole vedere solo il bene trionfare.”
“I santi stanno tornando… ma noi abbiamo bisogno di eroi.”
Il sacro spaccia come indipendente il principio attivo eppure in continuità l’eroe e l’eroina ne sono dipendenti.
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